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Danila Barbara e Raffaele Marino rendono omaggio al loro professore Francesco Tritto partendo dalle sue lezioni, eccellenti figlie degli insegnamenti che Aldo Moro tenne dalla seconda metà degli anni Sessanta al 1978 nella stessa aula della Sapienza, l'aula XI. Tritto, che è conosciuto principalmente per essere stato il destinatario dell'ultima telefonata delle Brigate Rosse nel sequestro di Moro, è stato, prima di questo, l'allievo prediletto dello statista e il suo assistente più vicino. Il tema di queste pagine è dunque la memoria, e la lezione di Tritto è una lezione di vita: l'esempio di un altro modo di essere docenti universitari, un altro approccio con gli studenti, basato sulla fiducia nelle potenzialità dei giovani e sull'indagine nei nuovi valori che si affiancano o si sostituiscono a quelli consolidati. Aldo Moro e Francesco Tritto, due uomini così diversi, avevano in comune una discrezione, una riservatezza e un garbo rarissimi, oltre a un medesimo scopo: preparare per la società, attraverso la valorizzazione della persona e delle sue capacità, adulti più consapevoli e sensibili, in grado di fare scelte quali esseri liberi o di proporre cambiamenti con mezzi pacifici. Il 9 maggio 1978 la morte di Moro, professore e maestro, ha interrotto la vita di Tritto, da allora dedicata alla trasmissione della sua voce, alla memoria del docente, del politico, dell'uomo, al ricordo del suo esempio di vita.